Il genio inquieto
«Avevo quindici anni nel ’44, che a Roma voleva dire immediato dopoguerra, e vent’anni nel ’49, che voleva dire un periodo in cui la Repubblica era appena nata, giovanissima e forse più pulita di adesso. Cominciamo con la scuola. Dunque, sono stato cacciato via da due scuole, quindi non ho un diploma... Perché avevo delle idee mie, di quelle che adesso vengono definite “contestatrici” e le manifestavo con la mia franchezza. Sono sempre stato un tipo aperto, immediatamente leggibile. Non sono un tipo tortuoso. Allora la scuola era piuttosto chiusa. I professori e i presidi avrebbero preferito che io le mie idee me le tenessi per me, senza manifestarle ai compagni, ma, data la mia natura spontanea, non era possibile» (Intervista di George Brovillard a Elio Petri, ottobre 1973)
«Quello che vorrei dire è che abbiamo bisogno di relazioni più civili e umane, di un metro morale il quale aiuti gli uomini a liberarsi e a reagire a qualsiasi forma di condizionamento, di fronte ai miti del denaro e del sesso»