1929
Elio Petri nasce a Roma il 29 gennaio, in via de’ Giubbonari 23, da Mario, di famiglia marchigiana attiva nell’artigianato del rame (calderaio), e da Anna Papitto, originaria di Guarcino (Frosinone). All’epoca via de’ Giubbonari era denominata “dei cicaroli” per la massiccia presenza di raccoglitori di sigarette per il riciclo del tabacco.
1934-1949
Inizia a frequentare la scuola elementare statale “Trento e Trieste”. Tre anni dopo la famiglia si trasferisce, prima in vicolo del Giglio, poi in via del Conservatorio e, infine, in via Famagosta nel quartiere Trionfale. Frequenta la scuola cattolica “San Giuseppe de Merode” in piazza di Spagna dove manifesta insofferenza per l’autoritarismo impostogli dai docenti. Dopo un provvisorio trasferimento all’istituto “Pio X”, ritorna al “San Giuseppe”, fino all’abbandono definitivo degli studi superiori.
1945
Aderisce all Federazione giovanile del Partito comunista italiano presso la sezione Regola-Campitelli (nel rione Regola, in via de’ Giubbonari 38).
1948
A marzo viene respinta la sua domanda d’ingresso presso il Centro sperimentale di cinematografia.
1949
Gli viene affidato il ruolo di critico cinematografico de L’Unità (vice di Tommaso Chiaretti). Entra nella direzione della Federazione dei Cineclub con incarico presso l’Ufficio Stampa e Propaganda del Pci.
1951
Su segnalazione di Giuseppe Puccini, il regista Giuseppe De Santis e lo sceneggiatore Cesare Zavattini, gli affidano l’incarico di realizzare un’inchiesta in preparazione del film Roma ore 11 che uscirà nel 1952. Pur non “accreditato” nei titoli della pellicola, Petri è anche assistente alla regia con Basilio Franchina.
1953
È accreditato come cosceneggiatore e aiuto regista in Un marito per Anna Zaccheo di Giuseppe De Santis e Donne proibite di Giuseppe Amato.
1954
È accreditato come cosceneggiatore e aiuto regista in Giorni d’amore di Giuseppe De Santis. È autore e regista del cortometraggio Nasce un campione (domanda di revisione n. 15215 del 13 ottobre 1953), prodotto dalla Società Documenti Italiani e dalla Minerva Film.
1956
È accreditato come coautore del soggetto (insieme a Gianni Puccini) e cosceneggiatore per Quando tramonta il sole di Guido Brignone. Il 29 ottobre figura tra i firmatari del Manifesto dei 101, documento che sollecita un dibattito interno al Pci in merito al sostegno del partito rispetto all’intervento sovietico in Ungheria. Il giorno successivo, in seguito alla diffusione pubblica del documento, è tra gli autori di una lettera, inviata a L’Unità, che esprime sconcerto e indignazione per «un’amara esperienza» vissuta da un gruppo di compagni «che tengono al loro onore di militanti comunisti e all’unità del Partito».
1957
Viene accolto tra i collaboratori della nuova rivista quindicinale Città aperta, fondata, tra gli altri, da Renzo Vespignani, e attiva fino a luglio 1958.
1958
È accreditato come cosceneggiatore di La strada lunga un anno di Giuseppe De Santis. Dirige il suo secondo cortometraggio, I sette contadini (domanda di revisione n. 27224 del 16 giugno 1958), documentario dedicato ai fratelli Cervi e prodotto dalla Società A.B. Cinematografica. Figura tra i soggettisti e gli sceneggiatori di Uomini e lupi di Giuseppe De Santis.
1959
È cosoggettista e cosceneggiatore di Le notti dei teddy boys di Leopoldo Savona. È cosceneggiatore di Il treno senza orario di Veljko Bulajić e Vento del Sud di Enzo Provenzale. Collabora al soggetto per Il carro armato dell’8 settembre di Gianni Puccini
1960
È accreditato come cosoggettista e cosceneggiatore di La garçonnière di Giuseppe De Santis. Annuncia a Mino Argentieri (L’Unità, 8 ottobre) la preparazione del suo esordio cinematografico con L’assassino, film sceneggiato insieme a Tonino Guerra.
1961
Il primo aprile esce nelle sale L’assassino (domanda di revisione n. 34287 del 14 marzo 1961). Il 28 giugno è tra i registi che partecipano alla “Tavola rotonda del cinema italiano”, organizzata a Milano dal produttore Goffredo Lombardo. Dopo l’estate, dichiara a Sandro Cova (Il Giorno, 23 settembre) le prime anticipazioni sul secondo film che sta girando a Roma: I giorni contati.
1962
A marzo, I giorni contati risulta il film vincitore al Festival di Mar del Plata (Argentina). La trasferta sudamericana è l’occasione per un estemporaneo viaggio di nozze con Paola Pegoraro, figlia del produttore cinematografico Lorenzo, da poco sposata a Roma in presenza di Marcello Mastroianni, testimone di Elio Petri. Ad Alfredo Barberis (Il Giorno, 4 aprile) rivela la preparazione di un film di fantascienza ispirato ad un racconto di Daniel Keyes, Fiori per Algernoon. Il 5 aprile esce nelle sale I giorni contati (domanda di revisione n. 36648 del 19 gennaio 1961). Per il suo ruolo in L’assassino, Salvo Randone si aggiudica il Nastro d’argento (miglior attore non protagonista.
A giugno, per le elezioni comunali a Roma, Petri e Valerio Zurlini figurano tra i candidati in quota Pci.
1963
Durante la consegna dei Nastri d’argento del 27 marzo, al cinema Barberini di Roma, Petri e Tonino Guerra vengono premiati per I giorni contati (miglior soggetto originale).Nella tarda primavera Petri viene scritturato da Dino De Laurentiis con Age e Scarpelli per preparare la sceneggiatura e il copione di un film a episodi, I mostri. Il serrato e burrascoso confronto tra produttore e regista e la contemporanea difficoltà di Dino Risi nel dar vita alla trasposizione cinematografica di Il maestro di Vigevano, creano le basi per una fulminea inversione di incarichi: Risi rimodula I mostri, mentre Petri si reca a Vigevano per portare sul grande schermo l’opera di Lucio Matronardi. Il maestro di Vigevano arriva nelle sale il 24 dicembre (domanda di revisione n. 41887 del 17 dicembre 1963).
In ottobre partecipa alle riprese del film-documentario Nudi per vivere (domanda di revisione n. 41657 del 9 novembre 1963), prodotto da Lorenzo Pegoraro, realizzato con Giuliano Montaldo e Giulio Questi. La pellicola, di cui Petri realizza anche il montaggio, è incentrata sull’industria dell’erotismo e sulle “trasgressioni” della vita notturna parigina. Il film ha vita breve: dopo il brillante esordio a dicembre in un cinema catanese, viene sequestrato dalla magistratura e condannato all’oblio. Nello stesso periodo lavora come regista e cosceneggiatore (con Age e Scarpelli) di Peccato nel pomeriggio, secondo dei quattro episodi del film Alta infedeltà, prodotto da Gianni Hecht Lucari per la Documento Film e distribuito da Dino De Laurentiis.
1964
Alta infedeltà (domanda di revisione n. 42132 del 17 gennaio 1964), esce il 22 gennaio. Il 14 febbraio Petri rilascia un’intervista a Luca Giurato (Stampa Sera) in cui annuncia l’imminente preparazione di un nuovo film, La decima vittima, ispirato ad un racconto fantascientifico di Robert Sheckley. A dicembre, a pochi passaggi dall’elezione di Giuseppe Saragat, Petri confida ad un giornalista dell’Unità l’intenzione di voler sceneggiare e dirigere un film politico, Il vuoto di potere. In ottobre Petri figura tra i registi che hanno colaborato alla realizzazione della pellicola L’Italia con Togliatti, documentario dedicato ai funerali del leader comunista, scomparso il 21 agosto.
1965
Alta infedeltà (domanda di revisione n. 42132 del 17 gennaio 1964) esce il 22 gennaio. Il 14 febbraio Petri rilascia un’intervista a Luca Giurato (Stampa Sera) in cui annuncia l’imminente preparazione di un nuovo film, La decima vittima, ispirato ad un racconto fantascientifico di Robert Sheckley. A dicembre, mentre è in corso l’elezione presidenziale che premierà Giuseppe Saragat, Petri confida ad un giornalista dell’Unità l’intenzione di sceneggiare e dirigere un film politico, Il vuoto di potere.
A inizio maggio cominciano le riprese di La decima vittima come anticipato da Stampa Sera del 23 aprile.La pellicola fa il suo esordio pubblico il primo dicembre (domanda di revisione n. 46068 del 24 novembre 1965).
1966
Il 24 febbraio il quotidiano La Stampa indica Petri tra i partecipanti alla “Settimana del cinema italiano” a Mosca.
Realizza per contodella Shell Al di là della mente (Le storie del futuro), uno spot pubblicitario destinato alla rubrica Carosello e interpretato da Renzo Palmer. L’occasione è propizia per iniziare un sodalizio col truccatore Pier Antonio Mecacci. Alberto Ceretto (Corriere d’informazione, 31 ottobre) raccoglie le prime dichiarazioni di Petri sul film A ciascuno il suo che il regista romano sta girando a Cefalù. È l’inizio della collaborazione con lo scrittore-sceneggiatore Ugo Pirro e con l’estroso attore Gian Maria Volonté.
1967
Il 17 febbraio, su iniziativa del sostituto procuratore della Repubblica, dott. Pasquale Pedote viene sequestrato il manifesto di A ciascuno il suo (domanda di revisione n. 48625 dell’8 febbraio 1967). Con una nuova formula promozionale, il film esce nelle sale “in ritardo” il 22 febbraio. Il 27 febbraio Petri concede ad Adele Gallotti (La Stampa) le anticipazioni su due nuovi film in programma: Affettuoso rapporto su una donna da cui forse vorremmo essere amati, nato da una collaborazione con Ennio Flaiano, e Nostra signora metredina, da realizzarsi con il contributo di Ugo Pirro. A maggio A ciascuno il suo conquista il Prix du scénario (miglior sceneggiatura per Petri e Pirro) alla ventesima edizione del Festival di Cannes.
Interpellato da Mario Foglietti (Il Popolo, 1 agosto), Petri indica l’Italnoleggio come un elemento di salvaguardia delle strutture del nostro cinema nazionale.
1968
Il 24 marzo, a Perugia, nella notte della consegna dei Nastri d’argento per i migliori film del 1967, Elio Petri vince come regista del miglior film e per la miglior sceneggiatura (insieme a Ugo Pirro) di A ciascuno il suo, pellicola nella quale Gian Maria Volonté viene designato come miglior attore della rassegna e Gabriele Ferzetti come migliore attore non protagonista.
In merito alla scissione all’interno dell’Anac (Associazione nazionale autori cinematografici), di cui Petri è un fedelissimo rappresentante della prima ora, che ha dato vita all’Aaci (Associazione autori cinematografici italiani), il regista romano (L’Unità, 29 febbraio) individua le cause della frattura nella presenza di «vuoti politici e ideologici» e di attenzioni squisitamente corporative. Tra i “ribelli” figurano, tra gli altri, Antonioni, Visconti, Lattuada, Amidei, Monicelli, Loy, Fellini e Zampa.
Il 28 marzo, Petri concede, in conferenza stampa, le prime anticipazioni sull’imminente preparazione del set padovano per Un tranquillo posto di campagna, interpretato dalla coppia Redgrave-Nero. Durante le riprese della pellicola (Corriere della Sera, 28 maggio) il regista romano riceve, presso il Centro culturale San Fedele (Milano), il premio San Fedele 1967 come “miglior regista italiano dell’anno scorso” per il film A ciascuno il suo.
Un tranquillo posto di campagna raggiunge i cinema italiani il 14 novembre (domanda di revisione n. 52702 del 5 novembre 1968).
1969
Realizza per conto della Salvarani, ditta parmense specializzata nella produzione di cucine componibili, il suo secondo spot pubblicitario inserito negli spazi di Carosello. Su insistenza del pubblicitario Mario Belli e vincendo l’avversione per la crescente moda del cineasti “prestati” al mondo commerciale, Petri dà vita ad un monologo passato alla storia per il celebre slogan «Per far bene le cose bisogna amarle: tecnica sì, ma con sentimento».
A marzo Gian Maria Volontè viene scritturato per il nuovo film di Petri, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Ad aprile risalgono gli appunti e la scaletta relativi al soggetto e alla sceneggiatura realizzati a quattro mani con Ugo Pirro (Museo nazionale del cinema di Torino, ELPE0022). Solo in novembre prendono corpo le prime indiscrezioni sulla natura della pellicola, tenuta a lungo segreta. Il 25 novembre, a riprese quasi ultimate, Mirella Acconciamessa (L’Unità) e Alberto Ceretto (Corriere della Sera) raccolgono le prime dichiarazioni del regista romano. Il dramma della strage di piazza Fontana (12 dicembre) induce a dilatare i tempi di confezionamento del film.
1970
La domanda di revisione (n. 55475) di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto viene presentata il 2 febbraio.In sede di presentazione del film a Milano (11 febbraio) Petri annuncia già la materia del suo prossimo lavoro cinematografico: «una storia fra i lavoratori del nord».La prima proiezione nazionale di Indagine avviene nel capoluogo lombardo il giorno dopo. Il 17 febbraio la questura meneghina ravvisa nella pellicola la possibilità di una incriminazione per vilipendio della polizia. L’esposto viene inoltrato al procuratore capo dott. De Peppo che incarica dell’inchiesta il sostituto procuratore dott. Giovanni Caizzi. Il 22 marzo Caizzi archivia il caso scongiurando ogni ipotesi accusatoria e Indagine torna nelle sale.Il successo della pellicola e le polemiche relative al tema dell’abuso di potere suggeriscono un serrato confronto presso la sede del settimanale L’Europeo (19 maggio) dove viene organizzato un dibattito tra Petri, Pirro, Giovanni Caizzi, Mario Nardone (capo della Criminalpol Nord), Ilio Corti (direttore del Centro organizzazione e meccanizzazione della polizia) e il commissario Pietro Gulì.
Pioggia di premi per Indagine. Il 16 maggio la giuria del Festival di Cannes gli assegna due riconoscimenti: Grand Prix Speciale della Giuria e Premio Fipresci. Il primo agosto, nello scenario del teatro antico di Taormina, il film conquista due David di Donatello: miglior film e miglior attore protagonista (Volonté). La pellicola si aggiudica anche il Globo d’oro 1970 su decisione della stampa estera accreditata in Italia.
Il 24 novembre viene presentata la domanda di revisione (n. 57282) per Ipotesi sulla morte di Pinelli, cortometraggio realizzato da Petri e prodotto dal “Comitato cineasti contro la repressione”. L’opera – interpretata da Gian Maria Volonté, Luigi Diberti, Renzo Montagnani e Giancarlo Dettori – è inserita nell’opera Documenti su Giuseppe Pinelli di cui fa parte anche un contributo girato da Nelo Risi.
A dicembre la troupe di Petri è segnalata a Novara dove è allestito il set di La classe operaia va in paradiso.
1971
Il 2 gennaio il quotidiano torinese La Stampa fa riferimento al nuovo film in cui il protagonista è interpretato da Gian Maria Volonté. Il 6 gennaio alcune comparse della pellicola insorgono pretendendo un compenso maggiore. La contestazione degenera in una rissa che coinvolge anche Volonté. Petri riesce a riportare il clima alla serenità dopo un confronto con gli interpreti e la produzione.
Il 24 marzo il regista concede alcune anticipazioni a Mirella Acconciamessa (L’Unità).
Il 25 aprile l’Academy Awards assegna a Indagine l’Oscar per la migliore pellicola straniera. In polemica con le strutture “borghesi” dei festival, Petri rimane a Roma.
Indagine si aggiudica il Edgar Allan Poe Awards.
A fine maggio viene completato il montaggio di La classe operaia va in paradiso. A giugno l’Anac e l’Aaci orchestrano una feroce battaglia con l’organizzazione del Festival del cinema di Venezia che ha affidato a Gian Luigi Rondi – nominato vice-commissario della Biennale il primo giugno – l’organizzazione dell’evento. Petri (Anac) è in prima linea nel boicottaggio della kermesse lagunare.
Il 7 settembre, alla consegna dei Nastri d’argento 1971 (Vicenza), Petri e Volonté risultano assenti e non ritirano i tre premi riservati a Indagine (regista del miglior film, miglior soggetto originale e miglior attore protagonista). Lo stesso giorno viene presentata la domanda di revisione (n. 58881) per La classe operaia va in paradiso. La prima nazionale del film avviene il 17 settembre presso il Cinema Ideal in corso Beccaria a Torino.
Il 10 ottobre, da Porretta Terme (Bologna), dove in corso la Mostra Internazionale del Cinema Libero, Petri innesca una polemica a distanza con Luchino Visconti e fronteggia la difficile accoglienza riservata a La classe operaia va in paradiso, soprattutto in seguito all’indignata e rumorosa protesta di Jean-Marie Straub.
1972
Il 22 febbraio Petri è presente a Milano con la delegazione di registi che accolgono l’arrivo di Charlie Chaplin.
Petri è in prima linea nella dura battaglia con di Anac, Aaci e la Società degli attori italiani (Sai) in merito ai criteri di nomina per gli enti cinematografici di Stato e alla operazione di liquidazione dell’Istituto Luce e di Cinecittà (L’Unità, 16 luglio 1971). In vista della Mostra del cinema di Venezia, nuovamente affidata a Rondi, le organizzazione dei contestatori progettano le Giornate del cinema italiano, una sorta di controfestival che si svolgerà nel capoluogo lagunare contemporaneamente alla kermesse ufficiale (dal 21 agosto al 3 settembre).
Il 30 settembre Petri fa parte della delegazione di Anac e Aaci che ha incontrato il ministro delle Partecipazioni Statali Mario Ferrari Aggradi per discutere sulla crisi degli Enti cinematografici di Stato.
1973
L’11 gennaio gennaio L’Unità dà notizia del nuovo film che Petri si accinge a girare, La proprietà non è più un furto. A giugno è in programma il montaggio finale. La domanda di revisione (n. 62682) viene presentata il 22 giugno per poter partecipare al Festival di Berlino in cui è accreditata della vittoria finale. Il film non si aggiudica premi pur raccogliendo lusinghieri consensi (Leonardo Autero, Corriere della Sera, 3 luglio). Durante la conferenza stampa berlinese, Petri annuncia di avere in cantiere un nuovo progetto cinematografico, legato ad un interessante soggetto, The Pope must die (Il papa deve morire), realizzato dallo scrittore-sceneggiatore americano Gore Vidal. La notizia era stata anticipata dal Corriere della Sera nell’edizione del 22 giugno.
Dopo le dimissioni di Gian Luigi Rondi, la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia non ha luogo. Anac e Aaci replicano Le Giornate del cinema italiano in programma tra Venezia, Mestre e Porto Marghera dal 29 agosto al 7 settembre 1973. La proprietà non è più un furto viene proiettato il 4 settembre tra polemiche e accese discussioni. Il 18 ottobre la Procura di Genova spicca un mandato di sequestro della pellicola in proiezione presso il cinema Rivoli nel capoluogo ligure. La motivazione, indotta da misteriose ragioni di “buon costume”, sembra piuttosto far capo a questioni ideologiche. Il 25 ottobre la denuncia viene archiviata e il film torna nelle sale.
1974
Il 3 maggio Petri fa parte della delegazione dei rappresentanti del “Comitato per la libertà di comunicazione” che è stata ricevuta dal presidente della Camera, l’onorevole Sandro Pertini, per presentare un documento che sollecita «la discussione in Parlamento dei progetti di legge dei partiti democratici tendenti ad abrogare l’istituto della commissione della revisione cinematografica» (Corriere della Sera, 4 maggio). La battaglia viene ribadita il 28 maggio quando Petri appare tra i firmatari di un documento che condanna «episodi repressivi della Direzione generale della Rai-Tv contro programmi di particolare impegno sociale, politico e culturale».
Il 4 novembre Lucio Mastronardi ha tentato il suicidio lanciandosi dal balcone al quinto piano del suo appartamento a Vigevano.
1975
Il 27 maggio, in una pagina dattiloscritta (Museo del cinema di Torino, Fondo Petri, ELPE0039) Petri dichiara di aver ultimato il copione di un nuovo film tratto dal romanzo Todo modo di Leonardo Sciascia. Ne dà notizia il 13 giugno al giornalista-attore Sandro Damiani per La voce del popolo, quotidiano di Fiume.
Il 2 novembre Pier Paolo Pasolini viene ucciso ad Ostia Pier Paolo Pasolini, nel momento in cui sta ultimando il film Salò o le 120 giornate di Sodoma. Intervistato da Lina Coletti (L’Europeo, n. 49, 5 dicembre) Petri si lancia in difesa dello scomparso: «L’hanno beatificato linciandolo e linciato beatificandolo. L’hanno massacrato più da morto che da vivo…».
1976
Le prime anticipazioni su Todo modo sono raccolte da Elena Doni (Il Messaggero, 17 gennaio) e prefigurano un diretto attacco ai vertici democristiani. La domanda di revisione (n. 68416) per Todo modo viene presentata il 27 aprile. Il giorno successivo la pellicola ottiene il nulla osta ministeriale per la proiezione in pubblico. I giornali annunciano l’imminente uscita della pellicola in sette città, comprese Roma e Milano. Le dichiarazioni pubbliche di Petri sottolineano la volontà politica di osteggiare il film per preservare il clima che accompagnerà la nuova campagna elettorale di giugno. Secondo il regista, De Laurentiis, amico della Dc, è stato incaricato dagli amici di partito di intervenire presso il presidente della Warner Brothers, coproduttrice di Todo modo, e di boicottare la distribuzione della pellicola, rendendone problematica la diffusione nelle sale. La profezia di Petri è fondata. Il 24 giugno 1976 Todo modo è oggetto, a Roma, della denuncia dell’Unione Uomo Natura per vilipendio del capo del governo. Il caso viene affidato al sostituto procuratore Emilio Alessandrini (Milano). Tutto avviene a tre giorni dalla chiusura delle urne e la pellicola rimane congelata in un limbo misterioso. Giovanni Conso (La Stampa, 27 giugno 1976), definendo i contorni giuridici della questione, si dichiara tra i sostenitori più decisi nella difesa della libera circolazione della pellicola che, invece, perderà gradualmente ogni appeal agli occhi del pubblico.
Il 5 ottobre il quotidiano torinese La Stampa ufficializza l’incarico affidato Mario Missiroli (direttore del Teatro Stabile di Torino) a Petri per la rappresentazione dell’Anfitrione, con la partecipazione di Milva, messo in scena nel periodo 18 marzo-7 aprile 1977 presso il Teatro Gobetti di Torino.
1977
A marzo Petri annuncia a La Stampa il fallimento del progetto teatrale con lo Stabile di Torino per «ragioni di carattere organizzativo e finanziario»
Il 13 dicembre, in occasione dell’esordio televisivo di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (Rete 2), Petri ufficializza il debutto sul piccolo schermo con la regia di Le mani sporche, un’opera di Jean-Paul di Sartre che prevede la partecipazione di Marcello Mastroianni nel ruolo di protagonista. L’inizio delle riprese è previsto per febbraio 1978. Solo alla conclusione del lavoro per la Rai, Petri si recherà a San Diego, dove sarà allestito il set di Zoo, un film «sulla condizione dell’uomo oggi, sulle nostre gabbie», che vedrà la partecipazione di Jack Nicholson (Corriere della Sera). La reale intenzione di realizzare Zoo, che non vedrà mai la luce, è testimoniato dalla corrispondeza fra il regista e il celebre attore.
1978
Il primo maggio, a pochi giorni dal ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, il giornalista Pierre Billard attacca dalle pagine di Le Point i “cattivi maestri” del cinema italiano. L’Espresso dell’11 maggio raccoglie la disputa tra Petri, Pirro, Damiani, Rosi e il loro accusatore, episodio segnalato da Edoardo Sanguineti (L’Unità, 21 maggio).
La versione televisiva di Le mani sporche (Les mains sales), opera teatrale scritta da Jean-Paul Sartre nel 1948, «un Todo modo dello stalinismo», viene trasmessa in tre puntate, tra il 14 e il 19 novembre. Le reazioni della critica di sinistra testimoniano un ulteriore “strappo” nei rapporti tra Petri e molti ex compagni del Pci.
1979
Il 27 aprile Stampa Sera annuncia la morte di Lucio Mastronardi; lo scrittore, come annunciato in un biglietto, si è buttato nel Ticino.
A tre settimane dall’inizio dell’estate viene allestito il set di Buone notizie. Ne dà conto Lamberto Antonelli, intervistando il regista romano che giustifica la separazione da Pirro in nome di un bisogno profondo di agire autonomamente sui testi (Stampa Sera, 6 giugno). Secondo le indiscrezioni Petri ha condiviso con Giancarlo Giannini anche gli oneri finanziari per un film che ha il titolo provvisorio di La buona notizia (Corriere d’informazione, 22 giugno). La domanda di revisione (n. 74275) viene presentata il 18 ottobre. Il 10 novembre, in occasione della conferenza stampa di presentazione del film, nei locali della Terrazza Martini a Milano, Petri spiega il senso del titolo definitivo: Buone notizie.
1980
Il 23 aprile i premi “Anna Magnani” per il 1979 (sezione cinema) vanno a Giancarlo Giannini, Eleonora Giorgi, Stefano Madia, Elio Petri, Alberto Sordi e Carlo Verdone.
Alla fine dell’estate, tra i programmi della nuova stagione teatrale 1980-81, appare quello dello Stabile di Genova dove è segnalato l’esordio alla regia teatrale di Elio Petri, su personale invito di Ivo Chiesa, nell’allestimento di L’orologio americano di Arthur Miller. La prima rappresentazione, su scenografia ideata da Dante Ferretti, è fissata per il 15 gennaio 1981 al teatro Duse.
Il 9 ottobre, in un’intervista concessa a Maria Serena Palieri (L’Unità), a proposito del suo spettacolo teatrale, Petri annuncia la preparazione di due progetti: Chi illumina la grande notte?, un giallo per il cinema con Marcello Mastroianni, e una serie di telefilm per la televisione che andrà sotto il nome di Cronache italiane.
1981
L’esordio di L’orologio americano, venerdì 23 gennaio al teatro Duse, è contrassegnato da una serie di inconvenienti tecnici. Le repliche proseguono nei teatri italiani incontrando le riserve della critica in merito alla complessità del testo, più volte rielaborato.
Durante la prima settimana di giugno a Ischia si celebra il “Premio per il cinema italiano Angelo Rizzoli”; Elio Petri figura nella giuria presieduta da Gian Luigi Rondi.
Non trapelano notizie sul delicato intervento che Petri ha subìto in una clinica romana.
A fine anno, tra i film indicati dalla stampa per la stagione a venire, viene fatta menzione di Chi illumina la grande notte? (Corriere d’informazione, 9 dicembre). Le uniche indiscrezioni sulla pellicola sono state fornite il 12 ottobre da Ugo Tognazzi, designato interprete del film, che rivela a Paolo Cervone (Corriere della Sera) piccoli dettagli sulla vicenda che lo vedrà protagonista.
1982
Il 23 marzo, in occasione della “prima” al teatro Argentina di Roma di L’orologio americano, Petri rivela a Paolo Cervone (Corriere della Sera) che l’allestimento del set con Tognazzi è previsto per giugno. Accanto all’attore cremonese è assicurata la presenza di Marie-Christine Barrault e Eddie Constantine. Nella medesima sede Petri annuncia i nuovi progetti: tre film per la televisione già sceneggiati e La mort du prince, pellicola sull’affare De Broglie, da girare interamente in Francia.
Il 6 e il 12 maggio, Petri partecipa a due delle tre sedute del seminario “L’immagine audiovisiva di un partito politico: il Pci”, organizzato dall’archivio storico audiovisivo del movimento operaio. Su quest’esperienza Petri redige l’articolo Compagni del Pci, l’immagine non basta, scritto per il numero di ottobre della rivista Gulliver, ma pubblicato solo il 12 novembre sulle colonne dell’Unità.
Abbozza la sceneggiatura di Andamento stagionale, progetto cinematografico realizzato con Paola Pascolini
Affida due racconti, Breve incontro e Ex, alla pubblicazione sui primi due numeri (gennaio-marzo e aprile-giugno) del trimestrale Nuovi argomenti, diretto da Alberto Moravia, Enzo Siciliano e Leonardo Sciascia.
Alle 16 del 10 novembre, Elio Petri muore nella clinica romana Calvary Hospital in cui è ricoverato da settimane.